La depressione senile: cos’è e come si affronta

La depressione senile: cos’è e come si affronta

Il 15 per cento della popolazione anziana è colpita da depressione. La depressione senile è sempre più in crescita e l’incidenza raddoppia, una volta superati i 75-80 anni ed è diffusa, in particolar modo, tra le persone che risiedono in case di riposo o in istituti di lungodegenza.

Si caratterizza da una alterazione del tono dell’umore che si manifesta con malinconia, tristezza, voglia di piangere senza un motivo particolare, tendenza ad isolarsi, perdita di interesse per abitudini e amici.

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CHE COS’È LA DEPRESSIONE NEGLI ANZIANI

La depressione senile è causata, nella maggior parte dei casi, da patologie legate all’invecchiamento fisico e mentale o da situazioni sociali ed economiche precarie. 

principali fattori di rischio per la depressione senile sono:

  • sesso femminile
  • predisposizione familiare
  • isolamento sociale
  • non autosufficienza e dipendenza dall’aiuto di altre persone
  • diminuzione delle risorse economiche
  • perdita del proprio status sociale
  • perdita del lavoro
  • ripetute esperienze di lutto
  • presenza di malattie
  • fragili meccanismi di difesa dall’angoscia della morte.
COME SI MANIFESTA LA DEPRESSIONE SENILE

Quando ci si prende cura di un anziano, è bene fare attenzione ad alcuni atteggiamenti che possono essere riconducibili ad uno stato depressivo

  • un senso di debolezza
  • frequenti mal di testa
  • palpitazioni
  • dolori
  • vertigini
  • dispnea
  • difficoltà respiratorie

Spesso questi sintomi negli anziani vengono sottovalutati o ricondotti a problemi fisici e mentali legati all’età ritardando la diagnosi e l’intervento farmacologico. Nell’anziano, infatti, la malattia si manifesta con sintomi chiamati “sintomi equivalenti”: ovvero disturbi fisici che nascondono la depressione.

Per l’anziano, è difficile verbalizzare stati d’animo come tristezzamalinconia preoccupazione e spesso le emozioni sfociano in disturbi somatici come:

  • dolori
  • problematiche gastro-intestinali
  • difficoltà di deambulazione
  • perdita di appetito
  • problemi cognitivi e di attenzione

disturbi cognitivi possono addirittura portare a confondere la demenza con la depressione e il legame sembra confermato da ricerche che dimostrano come la depressione può anticipare l’insorgere della demenza.

Secondo uno studio australiano, la depressione può essere il primo sintomo della demenza, che si presenta due-tre anni prima. In particolare, se l’anziano non ha mai sofferto di disturbo dell’umore negli anni precedenti.

PREVENZIONE E CURA

Osservare e prestare attenzione allo stato d’animo o a repentini cambiamenti nel tono dell’umore dell’anziano assistito è uno strumento importante per rivolgersi tempestivamente al medico al fine di valutare la storia della persona e i sintomi manifestati.

Non sempre per curare la depressione senile è necessario ricorrere a farmaci, ciò che è importante tenere presente sono i fattori psicologici e sociali che la persona anziana sta vivendo in quel momento.
Lutti improvvisi, il pensionamento o semplicemente l’avvertire il tempo che passa possono portare la persona a chiudersi in se stessa a perdere interesse per ciò che lo circonda e affrontare la vita con malinconia.

L’anziano non si riconosce più, vede il proprio corpo cambiare, l’autonomia può diminuire e il suo ruolo attivo come lavoratore nella società viene meno. Le reti sociali e amicali si riducono a tal punto da riconoscere la solitudine dell’anziano come uno dei problemi sociali più diffusi nella società di oggi.

L’esordio di una sintomatologia depressiva può sia essere dovuto alla presenza di patologie mediche come l’ipo/ipertiroidismo che essere associato all’assunzione di particolari terapie farmacologiche (come farmaci betabloccanti, le terapie con L-dopa, i cortisonici, la clonidina), che possono avere effetti iatrogeni per la loro azione sull’equilibrio cerebrale e causare sintomi depressivi.

Per evitare che nell’anziano si sviluppi uno stato depressivo è importante che chi vive accanto alla persona anziana, continui a circondarla di affetto e attenzione e sostenga l’anziano in percorsi riabilitativi.

TERAPIA FARMACOLOGICA

La depressione senile, se non correttamente riconosciuta e opportunamente trattata, può avere conseguenze gravi sulla salute fisica e psichica della persona.

Nell’anziano la depressione porta ad un peggioramento significativo della qualità di vita: la persona, infatti, tende a smettere di prendersi cura di sé, sia dal punto di vista della salute fisica e che della cura quotidiana, aggravando il proprio disagio psicologico. La depressione è spesso causa di isolamento, che può aumentare il vissuto di solitudine e aggravare la patologia, riducendo inoltre le possibilità di aiuto. Il ritiro sociale e l’incuria personale, quando presenti in una persona anziana che soffre di malattie fisiche dovute all’età, possono peggiorare il quadro sintomatologico delle patologie fisiche già in essere.

La terapia farmacologica più utilizzata risulta essere quella che si avvale di inibitori selettivi della serotonina. Questo neurotrasmettitore aiuta a migliorare l’umore ed è solitamente ben tollerato. La terapia va prescritta dallo specialista e chi si assiste l’anziano deve assicurarsi che vengano attentamente seguite le indicazioni del medico circa la posologia e i tempi di somministrazione per evitare spiacevoli conseguenze. Il trattamento farmacologico è nella maggior parte dei casi associato ad un sostegno psicologico o a interventi di terapia cognitivo- comportamentale

LA DIETA INFLUISCE SULL’UMORE

La depressione si può prevenire non solo cercando di evitare o risolvere eventuali fattori di rischio, ma anche attraverso una dieta sana ed equilibrata. Alcuni studi hanno evidenziato che nella dieta dell’anziano non devono mancare cibi ricchi di sali minerali, come il ferro e selenio presenti in buone quantità nella cioccolata fondente. Oltre al ferro altri elementi che devono essere contenuti nella dieta dell’anziano sono la vitamina C e le vitamine del gruppo B.

Uno studio giapponese dimostra che anche il tè verde migliora l’umore e allevia i sintomi della depressione in tarda età.

COME L’ASSISTENTE FAMILIARE PUÒ AIUTARE L’ANZIANO DEPRESSO A DOMICILIO

L’invecchiamento è un processo naturale della vita, la depressione no. Ecco perché riconoscerne i sintomi in modo precoce per poter intervenire tempestivamente è importante. Il ruolo del caregiver e dell’assistente familiare diventa quindi essenziale nel riconoscere che qualcosa non va. 

L’assistente familiare che si relaziona con un anziano depresso deve tenere un atteggiamento:

  • incoraggiante: stimolare l’anziano a consultare il medico senza prendere iniziative personali che includano modifiche nella dieta o nuove attività che possono provocare stress.  
  • Rispettoso: capire le preferenze e le abitudini dell’anziano, conoscere i suoi interessi e provare a proporre attività che a lui piacciono senza forzarlo. 
  • diplomatico: accettare i rifiuti dell’anziano senza criticarlo o giudicare. L’anziano depresso si trova in una condizione di debolezza e sottolineare eventuali mancanze o negatività può portarlo a chiudersi ancor di più in se stesso.
  • attento: osservare, comprendere, essere pazienti, ascoltare sono doti necessarie che infondono fiducia e sicurezza nell’anziano fragile.
  • paziente: i trattamenti richiedono del tempo, soprattutto se di tipo psicologico e necessitano del coinvolgimento del nucleo familiare e di chi si prende cura.

Conoscere l’anziano che si andrà ad assistere è fondamentale per garantire un servizio di qualità. Il colloquio con la famiglia rappresenta il primo passo per individuare l’assistente familiare idonea.
Ogni anziano è unico, ha una storia, bisogni specifici e garantire che questi vengano soddisfatti è l’obiettivo primario che Family Care si pone attraverso un personale attento e formato alle esigenze degli anziani e delle famiglie di oggi. 

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