Per la società del Gruppo Openjobmetis specializzata nell’assistenza domiciliare ad anziani e persone diversamente abili è un punto di svolta, come riportato dal suo responsabile Danilo.
Arcaini: “Essere presenti in un contesto ospedaliero farà la differenza. Penso che si rivelerà una strategia virtuosa per tutti: le persone appena dimesse, o che transitano nella struttura, troveranno in noi un servizio a loro dedicato, così da proseguire a casa il percorso di cure. A questo si aggiunge il sostegno del comune di Venezia, che ci ha concesso l’accreditamento per l’assistenza domiciliare facendosi carico di una parte della spesa delle famiglie che ne hanno bisogno”.
In realtà, quella di Mestre non è una nuova apertura ma rappresenta solamente il trasloco dell’agenzia in un’altra sede ovvero l’area commerciale dell’Ospedale dell’Angelo, una struttura moderna e futuristica che affianca alla normale attività clinica una serie di esercizi commerciali.
Oltre a Mestre, sono previste nuove aperture che coinvolgeranno le città di Genova e, a maggio, la città di Novara.
UN SOSTEGNO CONTRO LA PANDEMIA
L’apertura della filiale di Mestre rappresenta non solo una novità ma segna anche il forte impegno sociale di Family Care.
Nei primi mesi della pandemia, con la diffusione del Coronavirus, la cosa più difficile è stata infatti gestire le positività di badanti e di anziani, poiché non c’era una procedura ben definita. Oltre alle normali necessità delle persone anziane, le badanti hanno anche dovuto imparare a gestire la paura e le esigenze legate alle restrizioni.
In questa difficile fase le famiglie si sono invece trasformate indirettamente in datori di lavoro e hanno dimostrato sempre più il bisogno di essere accompagnate e guidate.
Da qui l’importanza di un ottenere e offrire un servizio di qualità: Family Care da sempre ma soprattutto in questo periodo ha voluto accompagnare le famiglie in tutti i passaggi e gli aspetti legati alla ricerca, alla selezione e all’assunzione dell’assistente domiciliare gestendo i servizi sia da un punto di vista amministrativo sia da un punto di vista organizzativo.
LA VIA DEL RICONOSCIMENTO SOCIALE
Il Covid-19, e in particolare la campagna vaccinale in corso, hanno riportato a galla l’annoso tema del riconoscimento sociale delle badanti. Fra le categorie che hanno la precedenza per la vaccinazione figurano infatti le persone che hanno un ruolo in un contesto di assistenza, ma agli occhi dello Stato le badanti non sono comprese in questa definizione e non sono ancora sufficientemente riconosciute nonostante siano a contatto con persone fragili.
Qualcosa, però, si sta già muovendo, almeno sul fronte legislativo. È stata infatti da poco costituita una Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, presieduta da monsignor Vincenzo Paglia, che di recente ha presentato al Ministero un documento con le linee guida della futura riforma. In particolare, il documento sembra prefigurare il superamento della centralità delle Rsa in favore di un potenziamento dei servizi di prossimità e domiciliari.
L’importante è che il servizio badanti venga integrato con gli interventi del personale sanitario in senso stretto, infermieri e medici che devono garantire la loro presenza in quanto le badanti danno vicinanza, sostegno, compagnia, aiutano nella cucina e nell’igiene, ma non possono occuparsi degli aspetti medici.
Family Care, in questo scenario, si propone da sempre con l’agenzia in grado di promuove un servizio che punta sulla regolarità – nella selezione, nei contratti, nelle condizioni di accoglienza – e sulla qualità delle risorse.
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