La badante si occupa della cura della persona che gli viene affidata
Spesso la persona da assistere non è autosufficiente quindi deve essere seguita nell’arco della giornata in tutte le azioni che non riesce a compiere in autonomia, ad esempio per quanto riguarda i bisogni primari come l’igiene personale, la vestizione, la deambulazione e la preparazione dei pasti.
Assicurare benessere alla persona che si assiste è l’obiettivo principale del lavoro svolto da un assistente familiare. Il benessere non è legato però solamente all’aspetto fisico ma anche all’ambiente in cui la persona vive.
Cura della persona e della casa
Le attività di gestione della casa possono limitarsi agli ambienti principali in cui la persona assistita soggiorna oppure, se l’assistente familiare è convivente, a tutte le aree dell’abitazione che vengono utilizzate da entrambe. La badante può inoltre occuparsi, se richiesto, del lavaggio e/o stiratura della biancheria.
E’ bene ricordare che la badante è un lavoratore a tutti gli effetti con diritti e doveri e che ogni attività svolta o mansione deve essere concordata con l’Agenzia di riferimento e con la famiglia, definendo un piano assistenziale che tenga conto sia dei bisogni dell’anziano, sia delle competenze dell’assistente familiare stessa.
Ogni famiglia, sulla base dei bisogni dell’assistito, ha il diritto di richiedere di prestare particolare attenzione ad esigenze specifiche come l’alimentazione in caso la persona assistita sia affetta da diabete, controlli regolari della pressione per persone soggette ad improvvisi picchi pressori o cambi costanti se la persona è allettata o incontinente.
Vigilare la terapia farmacologica
Nell’assistere una persona non autosufficiente, l’attenzione della badante è rivolta anche all’aspetto “para-sanitario” ma è bene ricordare che la badante, nonostante possa aver frequentato corsi o possedere competenze sanitarie, nella maggior parte dei casi non è un operatore sanitario. Per questo motivo le attività di tipo infermieristico, tra cui ad esempio le iniezioni intramuscolari, non possono essere svolte in quanto non sono di sua competenza.
Compito dell’assistente familiare è la vigilanza e/o la somministrazione di farmaci secondo le indicazioni ricevute. La badante deve assicurarsi che la terapia farmacologica prescritta dal medico (la tipologia, il dosaggio, l’orario e la modalità di assunzione) venga regolarmente somministrata alla persona assistita.
In nessun caso la terapia può essere modificata o possono essere intraprese iniziative personali.
Gestione delle emergenze
L’assistente familiare in caso di situazione di bisogno ha il dovere di allertare tempestivamente i familiari, il medico o i soccorsi.
Ecco perché è importante che la badante abbia a disposizione tutti i riferimenti della persona assistita e del familiare di riferimento (indirizzo, numero civico, numero di telefono… ed ogni altra informazione utile), in particolare se la badante è straniera e non parla in modo fluente la lingua italiana.
Dare indicazioni chiare e precise per raggiungere la persona da soccorrere in molti casi può davvero fare la differenza!
Conoscere anche in modo generico le principali patologie dell’anziano e sapere come relazionarsi con anziani affetti da patologie neuro cognitive, permettono alla badante di osservare e condividere con i familiari informazioni significative sull’anziano e di divenire una risorsa non solo per le famiglie ma per il sistema socio-sanitario a domicilio.
L’attività principale: ascolto e relazione
Il lavoro di cura si esprime nell’incontro tra due persone e si basa sulla relazione che le persone riescono ad instaurare e sull’empatia.
La relazione tra anziano e assistente familiare si basa sulla comunicazione non solo verbale ma arricchita di qualsiasi azione volontaria o involontaria che rappresenta un messaggio significativo. Anche il silenzio, l’indifferenza, lo sguardo o semplicemente un gesto, sono forme di comunicazione e possiedono un valore e un messaggio che permette di trasmettere fiducia e accoglienza.
La capacità della badante di ascoltare, comprendere, osservare e comunicare con l’anziano permette di instaurare un rapporto di accettazione reciproco che è alla base dell’attività di assistenza e consente di rassicurare, ridurre ansia e agitazione.
Mantenere e sostenere l’aspetto sociale
Tenere compagnia, accompagnare l’anziano a fare una passeggiata, a far visita a parenti e amici o all’appuntamento dal medico, sono tutte attività che rientrano nella promozione di benessere che viene richiesta all’assistente familiare.
Prendersi cura di un anziano non autosufficiente non significa solo accudire, sorvegliare e dare assistenza. La cura non può avvenire senza un rapporto reale tra assistente e assistito, senza la condivisione di momenti di vita, che permettono alla quotidianità di avere ancora significato per aiutare l’anziano a trovare nuove risorse per comunicare, per sentirsi ancora attivo.
Le attività quotidiane, anche se ripetitive, che l’assistente familiare compie per e con la persona che assiste rappresentano la prima forma di dialogo e di condivisione che li lega ed è proprio nella quotidianità che nascono attività da proporre e svolgere insieme come la leggere un giornale, guardare un documentario, fare una partita a carte, praticare qualche esercizio per la memoria o riscoprire un hobby o una attitudine.
Ogni attività proposta può trasformarsi in occasione di stimolo e dialogo.
La badante contribuisce ad alleviare il senso di solitudine di una persona costretta a casa a causa dell’età o della malattia e che di conseguenza spesso si sente inutile o dipendente; garantisce inoltre sicurezza e diviene un punto di riferimento per tutta la famiglia.
Orario di lavoro
Gli orari di lavoro di una badante variano a seconda delle esigenze dell’assistito.
Esistono contratti ad ore o in convivenza, caso in cui vengono offerti vitto e alloggio. L’orario di lavoro è comunque regolamentato a livello normativo dal Contratto di categoria che prevede 4 inquadramenti differenti in base alle mansioni svolte e alle qualifiche (Livello A e A super, Livello B e B Super, Livello C e C Super, Livello D e D Super).
Di conseguenza, anche i compensi variano in base alla categoria in cui si è inseriti, ovvero in base al numero di ore lavorative, delle mansioni specifiche, dell’esperienza e/o formazione professionale nel settore e della tipologia di assistenza che si offre.
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