Formazione e integrazione: rifugiati politici

Family Care prosegue l’attività di formazione e organizza numerosi corsi in presenza, ma anche online, dedicati agli assistenti familiari

Il programma didattico è volto a fornire ai partecipanti le competenze in termini di cura e accudimento di persone con diversi livelli di autosufficienza psico-fisica, anche a sostegno dei familiari. I moduli di insegnamento prevedono un’alternanza di nozioni teoriche e momenti pratici, dalle tecniche di supporto all’assistenza di base, alla comunicazione e relazione, fino alla preparazione del pasto per il paziente attraverso corsi di cucina italiana.
formazione anziani
All’interno dei suoi corsi, l’Agenzia per il Lavoro Family care, specializzata nell’assistenza domiciliare, ha coinvolto nei percorsi di formazione e inserimento lavorativo alcuni migranti titolari di protezione internazionale per motivi politici.
 
9 richiedenti asilo tra i nuovi assistenti familiari formati d Family Care
Tra i 9 aspiranti badanti, uomini e donne, che Family Care, l’Agenzia per il Lavoro specializzata nell’assistenza familiare controllata da Openjobmetis, ha formato dall’inizio dell’anno attraverso i corsi di formazione organizzati in tutta Italia, ci sono anche alcuni rifugiati politici.
 
Per la prima volta, sono stati inseriti infatti nel percorso didattico anche 9 migranti, fuggiti dai loro Paesi d’origine in Africa verso l’Italia per trovare protezione dal rischio di persecuzione politica a cui erano sottoposti fino a non più di 7 anni fa.
 
Sandra, Gaston, Maureen, Desmond, Endurance, Chantal, Faith, Haroon e Selamawit sono i nomi dei ragazzi, tutti tra i 25 e i 42 anni, che per un mese, dal lunedì al sabato, per 8 ore al giorno, hanno seguito con impegno e motivazione il corso in aula per diventare uno di quegli assistenti familiari che ogni giorno Family Care, attraverso le 19 filiali operative in 6 Regioni italiane, mette a disposizione delle famiglie per la cura a domicilio degli anziani non autosufficienti. 
 
Nel loro caso, è la filiale di Torino ad aver gestito il percorso di avviamento al lavoro con regolare contratto di somministrazione: il percorso di inserimento lavorativo dei 9 badanti è stato infatti avviato dalla cooperativa torinese Progetto Tenda che, accogliendo i 9 rifugiati della rete SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) del Comune di Torino, ne ha gestito l’orientamento e l’accompagnamento nella ricerca attiva di un’occupazione e verso un primo inserimento nel mondo del lavoro.
 
Come tutti i badanti, uomini e donne, assunti e regolarizzati da Family Care, anche i 9 appena formati hanno competenze specifiche di movimentazione, igiene e alimentazione degli anziani, oltre che nozioni di supporto psicologico per la relazione con soggetti affetti da particolari patologie come Alzheimer e demenza senile. 
 
Family Care seleziona il personale in base alle specifiche esigenze delle famiglie affinché il servizio erogato sia personalizzato e rispondente ai bisogni. 
L’Agenzia gestisce la sostituzione di personale in caso di assenza e si occupa di tutta la documentazione di avviamento al lavoro, supervisione e monitoraggio del servizio.
 
Rifugiati politici: le storie
Di seguito, le brevi storie di alcuni dei rifugiati politici a cui Family Care ha dato una concreta possibilità di riscatto in Italia.
 
Sandra è una ragazza di 30 anni, scappata sette anni fa dalla Nigeria. Come tante, è arrivata dal mare e ha passato i primi mesi della sua vita in Italia nei Centri di Accoglienza di Mestre e di Bari.
Arrivata a Torino, grazie al supporto del Comune, ha conseguito la licenza media e ha frequentato un corso per aiuto cuoco, senza però trovare un lavoro stabile che le potesse garantire l’autonomia (per anni ha vissuto in una casa-famiglia). Grazie al Progetto Tenda, ha incontrato Family Care e ha imparato e trovato un nuovo lavoro, oltre ad averlo trovato.
 
Gaston ha 32 anni ed è fuggito dal Camerun 5 anni fa nella speranza di trovare un lavoro per aiutare la figlia rimasta in Camerun. Durante la sua permanenza in Italia come rifugiato politico, Gaston ha lavorato nella ristorazione e nel tempo libero studiava per diventare OSS. Questi suoi sforzi sono stati ripagati perché ha incontrato i volontari del Progetto Tenda che l’hanno visto come candidato ideale per il corso di formazione di Family Care. Oggi è un assistente familiare molto motivato e preparato. Lavora presso una famiglia di Torino dove si occupa di aiutare una coppia di coniugi
 
Maureen è fuggita dalla Nigeria 7 anni fa, oggi ha 42 anni. Subito dopo il corso di Family Care, ha trovato lavoro presso una famiglia di Ivrea. Ha sempre avuto a cuore la cura degli anziani, che ritiene abbiano bisogno di attenzione al pari dei bambini. Maureen non nega di aver avuto momenti difficili in Italia, seppur la situazione nel suo Paese non era certo ideale per tornarvi. Oggi però ha competenza, stimoli e soprattutto un lavoro.
 
Endurance, infine, è nigeriana, fuggita dal suo Paese 5 anni fa nella speranza di una nuova vita. Aveva già avuto esperienze in famiglia a Salerno, ma solo con il corso di Family Care ha imparato tutti i risvolti di un lavoro così importante come quello dell’assistente familiare: oggi sa cucinare e variare le diete più adatte alle persone che assiste; sa mantenere una casa in ordine e sa prendersi cura delle persone più fragili dal punto di vista dell’igiene personale. La sua famiglia è ancora in Nigeria, al di là di quel mare che ha attraversato con coraggio e speranza. Finalmente oggi il suo sacrificio è stato ripagato.
 
Family Care: crescita continua
Family Care è impegnata da sempre nella lotta al lavoro nero e promuove l’assunzione diretta delle badanti attraverso percorsi mirati alla regolarizzazione delle badanti per tutelare e garantire diritti e doveri sia alle assistenti familiari, sia alle famiglie. 
 
Family care anche durante l’emergenza non si ferma e continua ad affiancare le famiglie e le assistenti familiari che ogni giorno lavorano con dedizione e amore per assistere gli anziani fragili del nostro Paese, sottolineando l’importanza e l’essenzialità di queste figure lavorative nei servizi di cura e offrendo nuove opportunità, anche ai più bisognosi.
 
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